Come evitare gli errori più comuni in un blog

Perché il mio blog non compare su google?

Hai un blog che non funziona?
Il blog non attira utenti e non fa traffico?

Lo sai che la maggioranza dei blog sono un fallimento totale?
Si, hai letto bene, la maggior parte dei blog esistenti sono INUTILI, ma non perché il blog non serve, ma perché lo si usa nel modo sbagliato!

Esatto, questo perché il blog è uno strumento di marketing, content marketing per l’esattezza (scoprine qui i vantaggi), e come tale va usato nel modo corretto, bisogna conoscere alcune basilari regole SEO perchè sia veramente utile, e non bisogna incappare in quelli che sono i soliti errori che ormai da anni vedo quando un’azienda mi chiede di curare il loro blog.

Dietro blog inutili ci sono errori di strategia, ideazione e gestione che possono essere evitati.
Vediamo i 10 errori più comuni che portano al fallimento di un blog aziendale.

Blog: errori da incubo

Questa è lista di problemi comuni che vedo spesso nei blog che mi è capitato di curare, e quasi sempre sono semplicemente sinonimo di “ignoranza” nel vero senso della parola, cioè di ignorare alcune regole che normano il marketing e la SEO.

Se anche tu ti domandi “come rendere visibile ai motori di ricerca il proprio blog?“, vedi se non hai commesso uno di questi 10 errori tipici:

1) Pensare di avere traffico dal blog sin da subito

Ah ah! Cioè, tu veramente pensavi che il tuo blog che tratta temi attorno al tema generale “trattorini tagliaerba”, dopo aver pubblicato 4 articoli ricevesse traffico?

Partiamo subito dal presupposto numero uno: A nessuno frega nulla del tuo blog e di quello che scrivi.
Non è che perché tu sei “pincopallo SpA” allora gli utenti correranno a leggere il tuo blog, chiaro questo?

Cioè, fammi capire, hai scritto un articolo super esaustivo, bellissimo e lunghissimo, pieno di immagini curate, tutto a tema “manutenzione trattorino tagliaerba”, e non sei in prima pagina?
Non so se l’hai notato, ma per quell’argomento ci sono 105.000 pagine indicizzate su Google.

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Tu sei migliore di quei 105.000? E se anche il tuo articolo lo fosse, ti rendi conto che sei l’ultimo arrivato?

2) Non avere pazienza

Il blog stenta a partire, gli articoli non portano il traffico che ti aspettavi, e allora che facciamo?
Via a modificare tutto! In sequenza succede che:

  • Stravolgi gli articoli infarcendoli di keyword, cadendo nell’errore di fare keyword stuffing.
  • Aggiungi 150 call to action dentro gli articoli (mi raccomando, contattaci!).
  • Accorci o allunghi gli articoli perché la lunghezza media per quella keyword è 1297,761scemo parole.
  • Ultimo ma non ultimo (mi è successo anche questo), cambi URL degli articoli!

Insomma, distruggi i tuoi contenuti per far piacere a Google, o così pensavi almeno.
Niente di più sbagliato.

3) Il blog autoreferenziale

Spesso le aziende focalizzano la comunicazione all’interno del blog solo su se stesse, con blog inutili che parlano solo di quanto siano belli i loro prodotti, di quanto bravi siano nel loro campo, che fra due mesi parteciperanno alla “fiera della paglia” (mi raccomando, siateci!), ma soprattutto riempiti di contenuti totalmente inutili come:

  • Auguri di Natale (gli ultimi magari risalienti a 3 anni fa)
  • Siamo chiusi per ferie dal… al…
  • Siamo presenti alla “sagra del gnocco di Bugliano” (finita 4 mesi fa)
  • Abbiamo lanciato il nostro ultimo trattorino (senza spiegare nulla su caratteristiche, vantaggi, dove acquistarlo, ecc.)
  • Il nostro collega Mario va in pensione

Insomma, articoli che parlano sempre e solo di NOI, NOI, NOI.
Ma vi rendete conto? E questa dovrebbe essere una pagina rivolta agli utenti?
A che pro?

Un blog dovrebbe creare contenuto di valore, dare risposte a chi cerca su Google una soluzione a piccoli o grandi problemi, se invece parli di te frega un c…o a nessuno!

4) Rivolgersi a un pubblico a caso

Che prodotti o servizi vendi?
Cos’hai di veramente particolare da offrire?
Di cosa ha bisogno l’utente medio che di solito viene a comprare da te?

Se non ti sei mai posto queste e altre domande prima di metterti a scrivere un blog, allora sei già partito con il piede sbagliato. Cerca la tua nicchia di mercato, sicuramente non sei l’unico a produrre quei benedetti trattorini, ma qualcosa di diverso da offrire magari ce l’hai, oppure cerca di conquistare una piccola ma determinata fetta di pubblico, possibilmente che sia disposta a spendere.

Una volta che hai deciso a quale nicchia rivolgerti (taglio erba parchi giochi, piscine, grandi aree verdi, ecc. cerca di capire quali problemi hanno, magari intervista i tuoi stessi clienti, cerca spunto dalle domande che vengono rivolte ai venditori o al customer care, insomma, individua i temi che più stanno a cuore agli utenti, non a te!

Una volta trovata la nicchia, fai keyword research o rivolgiti ad un consulente seo che ti possa aiutare a sviluppare seriamente quell’argomento, non partire a testa bassa con un faidate confusionario.

5) Non fare una keyword research

Ne ho appena accennato il discorso: è sempre neccessario fare keyword research prima di scrivere un articolo, ma non per infarcirlo di parole chiave, bensì per sapere quali sono le tematiche da affrontare, le esigenze degli utenti e a quali domande rispondere .

Quasi sempre invece si affrontano gli articoli per il blog “a sentimento”, senza una reale strategia di contenuti ma solo parlando di se stessi e dei propri servizi, creando così quasi sempre contenuti che alla fine dicono sempre le stesse cose (che non interessano a nessuno).

Un altro errore che vedo fare sempre spesso su moltissimi blog è quello di non avere una strategia per la creazione di nuovi contenuti.

E poi, piccolo consiglio, guardate anche la strategia di content marketing dei vostri competitor, quelli bravi che si posizionano bene, però!

6) Pubblicare a tempi irregolari

Ho visto blog nascere e pubblicare 10 articoli nel primo mese, 4 il secondo mese, 2 il terzo mese e poi…nulla.
Questo è il classico esempio di chi non segue un calendario editoriale, scrive a sentimento e senza un idea di dove si vuole andare a parare.

Se non si hanno le forze per scrivere e pubblicare (con tutto il lavoro che c’è dietro) due articoli a settimana ci si pone l’obiettivo di farne almeno uno ma in maniera regolare, seguendo uno scadenziario non solo a livello di tempistiche ma anche di contenuti, in modo da sapere sempre quali argomenti dovranno essere trattati nei prossimi articoli.

7) Scrivere senza conoscere (o ignorare) le basi della SEO

Ci sono molti errori SEO in quasi tutti i blog aziendali, tra cui di solito trovo:

  • Contenuti di scarsa qualità
  • Contenuti di scarsa quantità
  • Articoli non ottimizzati SEO (title, description, immagini, link interni, URL, ecc.)

Sul secondo punto vorrei spiegare meglio cosa intendo.
Per contenuto di scarsa quantità intendo un articolo che non argomenta in maniera esaustiva un determinato tema, cioè non approfondisce rispondendo all’intento di ricerca nella maniera ottimale.

Alla domanda “che ore sono?”, basta la risposta secca di Google, ma alla domanda “perché Baggio non ha giocato i mondiali in Corea” bisogna rispondere con un articolo piuttosto lungo e strutturato, pur non capendo mai veramente il motivo per cui il Trap lo ha lasciato a casa. Più chiaro ora?

8) Uso sconsiderato dei tag

Le categorie e i tag rivestono un ruolo chiave nell’organizzare i contenuti, facilitando la ricerca di articoli pertinenti alle domande e agli interessi dei lettori.

Per chiarire meglio:

  • Le categorie agiscono come contenitori per i post in maniera verticale, cioè suddividono il blog in categorie ben separate per argomenti
  • I tag fungono da etichette che definiscono temi specifici, spesso intersecandosi con le categorie stesse.

Ad esempio, in un blog di cucina potremmo avere le categorie principali “Antipasti” “primi piatti”, “secondi piatti” ma anche i tag “piatti pesce”, “ricette con i funghi”, “ricette senza glutine”, strutturando così delle pagine con articoli presi da diverse categorie.

Ed è qui il concetto fondamentale: ogni tag crea una nuova pagina!

Esistono vari errori comuni che possono essere evitati per assicurare una navigazione ottimale per i lettori e per ottimizzare il posizionamento nei motori di ricerca:

  1. Ripetizione delle Categorie
    Un errore comune è replicare le categorie sotto forma di tag.
    È fondamentale non attribuire agli articoli tag che corrispondono esattamente alle categorie già esistenti, in quanto ciò può generare confusione e ridondanza. I tag dovrebbero delineare temi specifici che vanno oltre le categorie stesse, apportando un valore aggiunto ai lettori.
    Altrimenti non si fa altro che correre il rischio di creare pagine duplicate.
  2. Tag Associati a un Unico Post
    Un altro errore frequente è attribuire un tag solamente a un articolo, tenendolo isolato e non collegato ad altri contenuti. Questa pratica fa si che la nuova pagina creata dal tag contenga solo quell’unico articolo. Inutile, oltre che dannoso.
  3. Nomi dei Tag errati
    Un altro problema ricorrente è l’adozione di termini simili per identificare lo stesso tema attraverso tag differenti. Ad esempio, l’uso dei tag “pulire il tagliere” e “tagliere pulito” può generare confusione e, lo ripeto ancora, creare pagine duplicate.
    Sconsiglio poi l’uso di tag con singole parole, cercate di sfruttare i tag con frasi che possano risultare utili nelle ricerche online, come ad esempio “ricette senza glutine”.

9) Non aggiornare mai i vecchi contenuti

A forza di scrivere nuovi articoli si perdono di vista vecchi contenuti scritti nel tempo che magari si posizionano bene ma non benissimo, per cui meriterebbero una sistemata, un aggiornamento o un approfondimento. Google apprezza lo sforzo di quando si prova a produrre un contenuto migliore e più “fresco”

Questo argomento lo affronto meglio in questo altro articolo:
https://www.matteodv.it/blog/aggiornare-un-blog-ripubblicando-vecchi-contenuti/

10) Affidare il blog a un incompetente

Ho usato appositamente una parola forte, incompetente, perché purtroppo è così.

  • Il capo dei commerciali non è competente per curare un blog.
  • Il padrone dell’azienda non è competente per curare un blog.
  • La segretaria che fa bolle, fatture e risponde al telefono non è competente per curare un blog.

il blog è uno strumento di marketing, e come tale va seguito da chi di marketing ne sa almeno qualcosa.
Al contempo un blog deve essere seguito da chi ha una conoscenza delle basi SEO, per cui la soluzione di far seguire il blog alla prima persona che trovate in azienda, solo perchè ha un po’ di tempo, è totalmente fallimentare.

Conclusione

Un blog aziendale può essere un prezioso strumento di marketing se utilizzato nel modo giusto.
Evitando questi 10 errori classici e seguendo le buone pratiche di content marketing, SEO e gestione editoriale, un blog può portare traffico qualificato e leads al tuo business.

La chiave del successo è produrre contenuti di valore per il tuo target di riferimento, essere pazienti e regolari nelle pubblicazioni, e monitorare i risultati per migliorare costantemente la strategia.
Seguendo questi principi, il tuo blog non sarà destinato a fallire.