Articolo aggiornato il: 16 Ottobre 2025
In questo articolo tratteremo i seguenti temi:
Consulente SEO: come sceglierlo, prezzi realistici e segnali d’allarme da evitare
Sei un imprenditore che vuole migliorare il suo posizionamento online ed hai appena ricevuto 5 preventivi diversi da consulenti SEO. I prezzi variano da 300€ a 3000€ al mese. Ma come fai a capire chi vale davvero i tuoi soldi e chi invece ti sta vendendo aria fritta?
Capire quanto costa la SEO e cosa giustifica queste differenze è fondamentale.
Da quando l’AI fa parte della nostra vita quotidiana, il mercato della consulenza SEO è letteralmente invaso da improvvisati. Chiunque abbia letto due articoli sul posizionamento su Google si sente autorizzato a offrire servizi di ottimizzazione per i motori di ricerca. Ti promettono prime posizioni in poche settimane, risultati garantiti e miracoli a prezzi stracciati.
Ma la realtà qual’è? Ti dico subito che la maggior parte di queste promesse si trasforma in fumo.
Nella pratica significa soldi buttati, mesi di tempo perso e, in alcuni casi, un danno concreto al tuo sito web. Quando affidi la tua presenza online a un consulente SEO incompetente, rischi di vedere usate a tua insaputa tecniche obsolete o black hat che Google penalizza senza pietà.
Il tuo sito sparisce dalle SERP, il traffico crolla e ricostruire la tua autorevolezza può richiedere anche anni.
Ecco perché ho preparato questa guida. Ti mostrerò i 10 aspetti fondamentali da valutare prima di firmare qualsiasi contratto per un servizio SEO. Alla fine saprai esattamente cosa chiedere, quali segnali di allarme individuare e come riconoscere un vero SEO specialist da un ciarlatano.
Come capire se la consulenza SEO iniziale è seria?
Un consulente SEO professionale ti offre un’analisi preliminare personalizzata sul tuo sito web, non un discorso generico valido per tutti. Questo significa che ha già investito tempo per studiare il tuo caso prima ancora di incontrarti. Ha analizzato la tua presenza online, controllato la struttura del sito, verificato il posizionamento attuale e identificato problemi specifici.
Ecco cosa devi cercare durante il primo incontro:
- Analisi tecnica del tuo sito: dovrebbe menzionare problemi concreti (velocità di caricamento lenta, errori 404, problemi di indicizzazione)
- Valutazione delle parole chiave: dovrebbe citare keyword specifiche per cui potresti posizionarti
- Analisi della concorrenza: dovrebbe aver identificato almeno 2-3 competitor diretti nel tuo settore
- Quick audit gratuito: dovrebbe mostrarti dati reali da Google Search Console o tool di analisi
Quali sono i segnali d’allarme durante la prima consulenza?
Scappa a gambe levate se il consulente SEO freelance ti propone discorsi fotocopia. “Il tuo sito ha bisogno di ottimizzazione” è una frase così vaga che vale per qualsiasi sito al mondo.
Se non ti dice COSA ottimizzare e PERCHÉ, sta improvvisando. Altri segnali d’allarme includono promesse immediate senza aver analizzato nulla, preventivi sparati a caso senza capire il tuo settore, o la totale assenza di domande su obiettivi e budget.
Vediamo un esempio concreto
Ti faccio vedere la differenza tra una consulenza SEO seria e una improvvisata:
Caso A (improvvisato): “Il tuo sito ha bisogno di link building e contenuti. Ti costa 500€ al mese”.
Caso B (professionale): “Ho analizzato il tuo e-commerce di abbigliamento sportivo. Hai 23 pagine prodotto non indicizzate per errori nella sitemap, la velocità di caricamento mobile è di 6 secondi (la media del settore è 2,5), e stai perdendo traffico sulle long-tail keyword come ‘scarpe running donna impermeabili’ dove i tuoi competitor si posizionano in prima pagina”.
Nella pratica significa che un vero professionista ti dimostra la sua competenza già dal primo contatto, senza chiederti un euro.
Quanto tempo serve per vedere risultati SEO concreti?
Un consulente SEO serio ti dice la verità: i risultati si vedono in 3-6 mesi per keyword a media competizione, e anche 8-12 mesi per settori altamente competitivi. L’ottimizzazione per i motori di ricerca è un processo graduale che richiede tempo per produrre effetti misurabili. Google deve prima scoprire le modifiche al tuo sito web, poi indicizzarle, valutarle e infine premiarle con un miglior posizionamento nelle SERP.
Ecco una tempistica realistica per una strategia SEO ben strutturata:
- 0-3 mesi: correzioni tecniche, SEO audit, ottimizzazione on-page, primi contenuti
- 3-6 mesi: incremento graduale del traffico organico, prime keyword posizionate
- 6-12 mesi: crescita consolidata, aumento delle conversioni, autorevolezza del dominio
- 12+ mesi: risultati stabili e scalabili, prime posizioni su keyword competitive
La velocità dipende dalla competitività del tuo settore, dallo stato di partenza del sito e dal budget investito. Un e-commerce in un settore saturo richiede più tempo rispetto a un sito locale in una nicchia poco presidiata.
Quali promesse devono farti scappare immediatamente?
Se un SEO specialist ti promette “prima pagina garantita in 2 settimane”, stai parlando con un incompetente o un truffatore. Nessun professionista serio può garantirti posizionamenti specifici perché Google non vende le posizioni nelle ricerche organiche (quello è Google Ads).
Altri segnali d’allarme includono “garanzia 100% di risultati”, “tecnica segreta per battere l’algoritmo” o “300 backlink in una settimana”. Queste promesse non sono solo irrealistiche: sono pericolose per il tuo sito.
Nella pratica significa che chi fa promesse irrealistiche userà tecniche black hat che ti porteranno penalizzazioni. Ho dovuto recuperare decine di progetti SEO distrutti da link building spam o keyword stuffing selvaggio. Il recupero da una penalizzazione manuale di Google può richiedere 6-12 mesi di lavoro.
Cosa dicono le fonti ufficiali sui tempi della SEO?
La documentazione di Google Search Central specifica che dopo modifiche sostanziali al sito, il crawl e la reindicizzazione possono richiedere diverse settimane, e l’impatto sul posizionamento si manifesta gradualmente. Qualsiasi consulente SEO professionale con anni di esperienza confermerà questi tempi, perché sono validati dai dati di migliaia di casi studio reali.
Cosa deve spiegarti un consulente SEO sulle sue tecniche?
Un consulente SEO esperto ti spiega con chiarezza assoluta cosa farà sul tuo sito web e come lo farà. Deve illustrarti la strategia SEO completa: ottimizzazione on-page, creazione di contenuti, link building, interventi di SEO tecnica e monitoraggio dei risultati. Non usa formule magiche o segreti indicibili, ma ti mostra il piano d’azione dettagliato con tecniche conformi alle linee guida ufficiali di Google.
Ecco cosa devi pretendere in termini di trasparenza:
- Descrizione dettagliata delle attività: deve dirti esattamente cosa toccherà (meta tag, sitemap, struttura URL, velocità)
- Strumenti utilizzati: deve specificare quali tool userà (Google Search Console, SEMrush, Screaming Frog, ecc.)
- Fonti dei backlink: se fa link building, deve dirti da dove provengono i link e con che criteri li sceglie
- Processo di creazione contenuti: deve spiegarti come seleziona le parole chiave e struttura gli articoli
- Reporting trasparente: deve mostrarti report mensili con accesso ai dati reali, non PDF con grafici incomprensibili
Quali frasi devono farti suonare l’allarme?
Se un SEO specialist ti dice “ho i miei segreti che non posso rivelarti” oppure “uso tecniche proprietarie che la concorrenza non conosce”, stai parlando con qualcuno che nasconde tecniche black hat. Nella pratica significa che probabilmente userà spam di commenti, link building da siti di bassa qualità, keyword stuffing o acquisto di backlink. Queste tecniche violano le best practice di Google e ti portano dritte verso una penalizzazione algoritmica o manuale.
Altri segnali d’allarme includono: rifiuto di darti accesso alla Google Search Console, mancanza di documentazione scritta sulle attività, vaghezza sulle fonti dei link, o promesse di “trucchi per ingannare Google”. Non esistono scorciatoie: l’ottimizzazione per i motori di ricerca funziona quando rispetti le regole del gioco.
Quale domande devi fare assolutamente?
Chiedi sempre: “Quali tecniche userai e sono tutte conformi alle linee guida per webmaster di Google?”. Un consulente SEO freelance competente ti risponderà senza esitazioni elencando tecniche white hat verificabili. Ti parlerà di ottimizzazione dell’architettura informativa, miglioramento dell’esperienza utente, contenuti di alta qualità, link building naturale attraverso digital PR e guest posting su siti autorevoli.
Se invece tentenna, cambia discorso o ti dice “non preoccuparti dei dettagli tecnici”, fermati.
Il tuo sito web è un asset aziendale troppo prezioso per affidarli a chi non vuole essere trasparente.
Come capire se il consulente SEO sa comunicare bene?
Un consulente SEO competente sa spiegare concetti complessi in modo che chiunque possa capirli, anche senza conoscenze tecniche pregresse. Riesce a trasformare termini tecnici come SERP (Search Engine Results Page, cioè la pagina dei risultati di ricerca), crawl budget o canonical tag in spiegazioni pratiche che ti fanno capire perché sono importanti per il tuo business. Non si nasconde dietro paroloni incomprensibili, ma usa analogie, esempi concreti e un linguaggio accessibile.
Ecco i segni di una comunicazione efficace:
- Definisce sempre gli acronimi alla prima menzione: non dice solo “ottimizziamo la SERP”, ma spiega cosa significa.
- Usa esempi pratici legati al tuo settore: “nel tuo caso di e-commerce di scarpe, significa che…”.
- Spiega il “perché” dietro ogni azione tecnica: non solo “devi fare X”, ma “devi fare X perché porta Y”.
- Verifica che tu abbia capito: ti chiede feedback e si assicura che ogni concetto sia chiaro prima di andare avanti.
Quali segnali d’allarme sulla comunicazione devi cogliere?
Se un SEO specialist ti bombarda di tecnicismi senza spiegarli, lo fa per due motivi: o non sa davvero di cosa parla e si nasconde dietro il gergo, oppure vuole deliberatamente confonderti per apparire più esperto di quanto sia.
Nella pratica significa che ti dirà cose come “dobbiamo ottimizzare il crawl budget implementando hreflang e canonical dinamici per migliorare la link equity” senza mai spiegarti cosa significa tutto questo per il tuo business.
Altri segnali d’allarme includono: infastidirsi quando chiedi chiarimenti, usare solo termini in inglese quando esistono equivalenti italiani comprensibili, riempire la consulenza di grafici e dati senza contestualizzarli, o farti sentire ignorante per non conoscere certi termini tecnici. Un vero professionista non ti fa sentire stupido, ti fa sentire informato.
Quale test pratico puoi fare subito?
Chiedi al consulente SEO freelance di spiegarti tre concetti base come se li stessi spiegando a tuo nonno.
Ad esempio: “Cos’è la SERP e perché dovrebbe interessarmi?”, “Cosa significa ottimizzare le parole chiave?”, oppure “Come funziona il posizionamento su Google?”.
Un professionista serio ti risponderà con chiarezza: “La SERP è semplicemente la pagina che vedi quando cerchi qualcosa su Google. Per te è importante perché se il tuo sito web compare in prima pagina, ricevi più visite e quindi più clienti potenziali”.
Se invece ti risponde con: “La SERP è l’interfaccia di output del motore di ricerca che aggrega risultati organici e paid secondo algoritmi di ranking basati su centinaia di fattori SEO on-page e off-page”, scappa.
Vediamo un esempio concreto: durante una consulenza SEO professionale, un cliente mi chiese cos’è il crawl budget. Gli risposi: “Immagina Google come un ispettore che ha tempo limitato per visitare il tuo negozio. Il crawl budget è quante stanze riesce a controllare in quella visita. Se il tuo sito è ben organizzato, l’ispettore vede tutto. Se è un caos, si perde e non scopre le tue pagine migliori”. Capì immediatamente il concetto senza bisogno di una laurea in informatica.
Come riconoscere un approccio strategico vero?
Un consulente SEO professionale ti presenta un piano strategico trimestrale o semestrale con obiettivi chiari, milestone misurabili e una visione d’insieme del progetto SEO. Non ti propone solo azioni isolate, ma una strategia SEO completa che tiene conto del tuo business, del settore, della concorrenza e degli obiettivi di crescita. Il piano include analisi approfondita dei competitor, keyword research dettagliata, piano editoriale strutturato e roadmap tecnica con priorità ben definite.
Ecco gli elementi chiave di un approccio strategico solido:
- analisi competitor completa: identifica chi sono i tuoi rivali nelle SERP, cosa fanno meglio di te e dove puoi batterli
- keyword research approfondita: non solo 10 parole chiave generiche, ma cluster semantici con decine di varianti long-tail
- piano editoriale trimestrale: calendario dei contenuti allineato alla stagionalità del tuo business e alle ricerche degli utenti
- roadmap tecnica: prioritizzazione degli interventi di SEO tecnica dal più impattante al meno urgente
- KPI e obiettivi misurabili: crescita del traffico organico, miglioramento del posizionamento su keyword target, aumento delle conversioni
Quali sono i segnali d’allarme di chi lavora solo su tattiche?
Se un SEO specialist ti propone solo quick wins senza una visione a lungo termine, ti sta vendendo aria fritta. Nella pratica significa che ti sistemerà qualche meta tag, aggiungerà keyword a caso nei titoli e magari comprerà qualche backlink economico. Risultato? Forse un piccolo picco temporaneo, poi il nulla.
Un approccio tattico senza strategia è come mettere cerotti su una gamba rotta: non risolve il problema di fondo.
Altri segnali d’allarme includono: assenza totale di pianificazione oltre il primo mese, focus ossessivo su singole keyword ignorando il contesto semantico, mancanza di analisi della concorrenza, nessun piano editoriale per i contenuti, o promesse di “sistemare tutto subito”. La consulenza SEO seria richiede tempo per studiare il tuo settore, capire gli intenti di ricerca e costruire una strategia sostenibile.
Qual è la differenza tra tattica e strategia?
La tattica è un’azione isolata: “aggiungo la keyword ‘scarpe running’ nel title tag di questa pagina”. La strategia è la visione d’insieme: “mappo tutte le ricerche degli utenti nel settore running, creo cluster tematici, costruisco un’architettura informativa che copre ogni fase del customer journey, pubblico contenuti di alta qualità che rispondono alle domande reali, e monitoro i progressi trimestre dopo trimestre”. Vedi la differenza? La tattica ti dà un micro-miglioramento temporaneo, la strategia SEO ti costruisce una presenza solida e duratura nei motori di ricerca.
Report periodici con KPI chiari e comprensibili
Un consulente SEO serio ti fornisce report mensili con metriche concrete che misurano il progresso del tuo progetto SEO per migliorare la visibilità. I dati devono essere chiari e focalizzati su quello che conta davvero per il tuo business: crescita del traffico organico, miglioramento del posizionamento SEO su keyword strategiche, aumento delle conversioni e ROI misurabile. Il report non è un PDF pieno di grafici incomprensibili, ma uno strumento che ti permette di capire cosa sta funzionando e dove serve intervenire.
Ecco alcune delle metriche fondamentali che devono comparire nei report:
- Traffico organico: utenti provenienti dai motori di ricerca (con trend mensile e confronto anno su anno)
- Posizionamento keyword: tracking delle parole chiave target con variazioni settimanali nelle SERP
- Conversioni organiche: quante vendite/contatti/iscrizioni arrivano dalla search (il dato che conta davvero)
- Impressioni e CTR: dati da Google Search Console per capire visibilità e appetibilità dei risultati
- Salute tecnica del sito: errori di crawling, velocità di caricamento, pagine indicizzate
- Backlink acquisiti: nuovi link in entrata con autorevolezza delle fonti e anchor text
Quali segnali d’allarme sui report devi individuare?
Se un SEO specialist ti manda report incomprensibili pieni di tecnicismi senza contesto, sta nascondendo qualcosa o non sa interpretare i dati. Nella pratica significa che ti mostrerà metriche di vanità come “10.000 impression in più” senza dirti se questo si è tradotto in visite reali o vendite.
Altri segnali d’allarme includono report in ritardo o irregolari, assenza totale di commenti sui dati, focus ossessivo su metriche secondarie ignorando le conversioni, o peggio ancora: nessun accesso diretto ai tuoi dati di Google Search Console e Analytics.
Le metriche di vanità sono il trucco preferito dei consulenti improvvisati:
Ti dicono “il tuo sito è cresciuto di 5 posizioni su questa keyword” senza specificare che era una keyword con 10 ricerche al mese e zero valore commerciale. Oppure ti mostrano crescite percentuali impressionanti su numeri ridicoli: “+200% di traffico” che in realtà significa da 50 a 150 visite mensili. Un consulente SEO professionale ti mostra sempre i numeri assoluti, non solo percentuali.
Quale domanda fare sul reporting?
Chiedi sempre: “Quale dashboard useremo per monitorare i progressi e posso vedere un esempio di report che prepari per altri clienti?”.
Un consulente SEO freelance competente ti mostrerà volentieri esempi anonimizzati dei suoi report e ti darà accesso completo a una dashboard condivisa (Google Data Studio, Looker Studio, o tool proprietari). Ti spiegherà ogni metrica, come leggerla e perché è rilevante per i tuoi obiettivi di business.
Il vero valore aggiunto? Un professionista serio propone call periodiche mensili o bimestrali per commentare i dati insieme. Non ti manda solo un PDF via email, ma si prende il tempo di spiegarti cosa significano i numeri, quali azioni ha implementato, quali risultati hanno prodotto e cosa farà nel mese successivo. Questo è il reporting trasparente di una consulenza SEO professionale, non uno scarico di dati senza contesto.
Come capire se il consulente è aggiornato sugli algoritmi?
Un consulente SEO aggiornato ti parla spontaneamente di Core Web Vitals, E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness), Helpful Content Update e degli ultimi cambiamenti algoritmici di Google. Conosce le best practice attuali per l’ottimizzazione tecnica, sa che la user experience è diventata un fattore di ranking cruciale e ti spiega come questi elementi impattano sul tuo posizionamento.
La SEO evolve continuamente: quello che funzionava 3 anni fa oggi può essere inefficace o addirittura dannoso.
Ecco i segnali di un professionista che si forma costantemente:
- Parla di aggiornamenti recenti: cita per nome gli update algoritmici degli ultimi 12-18 mesi
- Conosce i Core Web Vitals: sa spiegarti LCP (Largest Contentful Paint), FID (First Input Delay) e CLS (Cumulative Layout Shift)
- Applica i principi E-E-A-T: struttura contenuti che dimostrano esperienza, competenza e affidabilità
- Segue fonti ufficiali: legge Google Search Central, partecipa a conferenze, segue esperti riconosciuti del settore
- Sperimenta e testa: ti racconta casi studio dove ha testato nuove tecniche prima di applicarle ai clienti
Quali tecniche obsolete devono farti scappare?
Se un SEO specialist ti propone keyword stuffing (riempire le pagine di parole chiave ripetute innaturalmente), link farm (scambi massivi di link tra siti di bassa qualità) o article spinning, stai parlando con qualcuno fermo al 2010. Nella pratica significa che danneggerà il tuo sito web usando tecniche che Google penalizza pesantemente da oltre un decennio.
Altri segnali d’allarme includono: ossessione per la keyword density (“devi usare questa keyword esattamente 15 volte”), creazione di doorway pages, cloaking o testo nascosto.
Le tecniche obsolete rivelano non solo ignoranza, ma anche pigrizia professionale. Un consulente SEO professionale con anni di esperienza sa che Google ha fatto progressi enormi nel capire il linguaggio naturale attraverso algoritmi come BERT e MUM.
Oggi conta la qualità semantica dei contenuti, non la ripetizione meccanica di keyword. Se ti dice ancora “densità keyword ottimale 3-5%”, fermati immediatamente.
Quale test pratico puoi fare subito?
Chiedi al consulente SEO freelance: “Qual è stato l’ultimo aggiornamento importante di Google e come impatta sulla mia strategia SEO?”. Un professionista aggiornato ti risponderà con precisione, citando ad esempio il March 2024 Core Update o gli aggiornamenti sul Helpful Content System, spiegandoti le implicazioni concrete per il tuo settore.
Se tentenna, parla genericamente di “aggiornamenti continui” senza citare nomi specifici, o peggio ancora dice “non cambiano nulla nel mio lavoro”, è un gigantesco segnale d’allarme.
La SEO richiede formazione continua perché Google rilascia centinaia di modifiche algoritmiche ogni anno. Un vero professionista investe tempo e denaro per restare aggiornato: legge documentazione ufficiale, partecipa a webinar, testa novità, frequenta community di settore.
Come verificare le referenze di un consulente SEO?
Un consulente SEO affidabile ti mostra testimonianze reali con nome, cognome e azienda dei clienti che hanno ottenuto risultati concreti. Non ti serve una lista infinita di nomi anonimi, ma 5-10 referenze verificabili di persone che puoi realmente contattare o di cui puoi leggere le recensioni pubbliche su piattaforme come Google My Business, LinkedIn o Trustpilot. Le testimonianze autentiche includono dettagli specifici sui risultati ottenuti, non solo frasi generiche di apprezzamento.
Ecco come valutare la qualità delle referenze:
- Dettagli specifici sui risultati: “grazie alla consulenza SEO il nostro traffico organico è cresciuto del 180% in 8 mesi”
- Nome completo e azienda: testimonianze firmate da persone reali con ruolo identificabile (CEO, Marketing Manager, ecc.)
- Presenza su piattaforme terze: recensioni su Google, profilo LinkedIn verificato, casi studio pubblicati
- Recenti e attuali: referenze degli ultimi 12-24 mesi, non solo successi di 5 anni fa
- Settori diversificati: portfolio che dimostra competenza su e-commerce, siti corporate, blog, diversi mercati
Quali segnali d’allarme sulle referenze devi individuare?
Se un SEO specialist ti dice “ho centinaia di clienti soddisfatti” senza poterti mostrare nemmeno un nome, scappa immediatamente. Nella pratica significa che probabilmente non ha clienti reali o i risultati ottenuti sono stati talmente deludenti che nessuno vuole mettere la faccia.
Altri segnali d’allarme includono: testimonianze anonime tipo “Mario B., imprenditore di Milano“, screenshot di email senza intestazioni, casi studio senza dati verificabili, o addirittura recensioni false scritte in serie con testi fotocopia.
Le testimonianze generiche sono inutili. Frasi come “grande professionista, consigliato” o “ottimo lavoro” non ti dicono nulla sui risultati concreti. Un vero cliente soddisfatto ti racconta cosa ha ottenuto: crescita del posizionamento su keyword strategiche, aumento delle vendite dal canale organico, miglioramento della presenza online, ROI misurabile.
Se tutte le recensioni sono vaghe e senza sostanza, probabilmente sono inventate o sollecitate con insistenza.
Come fare una verifica approfondita delle referenze?
Cerca il nome del consulente SEO freelance su Google insieme a parole come “recensioni”, “opinioni” o “testimonianze”. Controlla il suo profilo LinkedIn per vedere se clienti reali hanno lasciato raccomandazioni verificate. Guarda le recensioni su Google My Business del suo servizio SEO o della sua web agency. Verifica se ha pubblicato casi studio con risultati misurabili su blog o piattaforme di settore. Un professionista trasparente ha una reputazione digitale solida e tracciabile.
Il consiglio più prezioso? Chiedi esplicitamente di parlare con 1-2 clienti attuali. Un consulente SEO professionale non avrà problemi a metterti in contatto con clienti soddisfatti che possano raccontarti la loro esperienza diretta. Se rifiuta o tergiversa con scuse (“privacy”, “clausole di riservatezza”), è un gigantesco segnale d’allarme. I clienti soddisfatti sono felici di condividere risultati positivi.
Cosa deve contenere il contratto con un consulente SEO?
Un consulente SEO professionale ti propone un preventivo o contratto dettagliato che specifica esattamente cosa farà ogni mese, quanto costa ogni attività e quali risultati misurabili ti aspetti.
Il documento deve elencare le attività concrete da realizzare: numero di pagine ottimizzate, articoli prodotti, audit SEO tecnici, ore dedicate al progetto SEO, accessi garantiti agli strumenti, frequenza dei report e modalità di comunicazione. Non deve lasciare spazio a interpretazioni ambigue o sorprese spiacevoli a fine mese.
Ecco gli elementi essenziali che il contratto deve includere:
- Durata dell’accordo: contratto mensile rinnovabile, trimestrale o annuale con condizioni chiare
- Costi itemizzati: prezzo suddiviso per attività (SEO audit €X, ottimizzazione on-page €Y, creazione di contenuti €Z, link building €W)
- Attività mensili specifiche: “4 articoli SEO-oriented da 1500 parole”, “ottimizzazione tecnica di 20 pagine”, “acquisizione di 5 backlink di qualità”
- Cosa include: accesso a tool, call mensili, report dettagliati, supporto via email/chat
- Cosa NON include: attività extra come gestione Google Ads, social media, sviluppo web
- Clausola di recesso: preavviso di 30-60 giorni senza penali eccessive
Quali segnali d’allarme nei contratti devi evitare?
Se il contratto di consulenza SEO è vago e parla solo di “attività di ottimizzazione” senza specificare cosa significa, stai per firmare un documento che non ti protegge. Nella pratica significa che a fine mese il consulente SEO freelance potrà dirti di aver lavorato senza mostrarti risultati concreti, e tu non avrai modo di contestare perché non c’è nulla di specifico scritto.
Altri segnali d’allarme includono: clausole di uscita impossibili (devi pagare 6 mesi anche se vuoi recedere), costi non itemizzati (un unico importo senza dettagli), vincoli pluriennali senza possibilità di recesso, o mancanza di garanzie sulla proprietà dei contenuti creati.
Le clausole capestro sono frequenti tra i consulenti improvvisati. Ti legano per 12 mesi con penali salatissime se vuoi uscire prima, anche se i risultati sono zero. Oppure ti fanno pagare costi nascosti non specificati nel preventivo iniziale. Un consulente SEO professionale invece ha fiducia nei suoi risultati e ti offre flessibilità: se non sei soddisfatto dopo 3-4 mesi, puoi recedere con un semplice preavviso.
Come proteggerti con le giuste clausole contrattuali?
Pretendi sempre una clausola di recesso con preavviso ragionevole di 30-60 giorni senza penali sproporzionate. Questo ti protegge se il servizio SEO non soddisfa le aspettative o se la collaborazione non funziona. Verifica che il contratto specifichi chi è proprietario dei contenuti creati (devono essere tuoi, non del consulente), che tipo di accesso avrai agli strumenti e ai dati, e cosa succede alla fine del contratto (dati storici, documentazione, credenziali).
Un buon contratto include anche milestone verificabili ogni 3 mesi: obiettivi intermedi di traffico organico, posizionamento su keyword target o crescita delle conversioni. Se questi obiettivi non vengono raggiunti per cause dipendenti dal consulente, devi avere la possibilità di rinegoziare o uscire senza penali. Questo meccanismo responsabilizza entrambe le parti e garantisce un impegno concreto sui risultati.
Conclusione
Scegliere il consulente SEO giusto è un investimento strategico per la crescita del tuo business online, non un costo da minimizzare. La differenza tra un professionista competente e un improvvisato si misura in migliaia di euro di budget, mesi di tempo e risultati concreti sulla tua presenza online. Un progetto SEO gestito male può danneggiare il tuo sito web per anni, mentre una consulenza SEO professionale ti costruisce un asset digitale che genera valore costante nel tempo.
Ora hai gli strumenti per valutare con sicurezza qualsiasi consulente esperto o agenzia SEO che ti propone i suoi servizi. Conosci i 10 aspetti fondamentali da verificare, le domande giuste da fare e i segnali d’allarme da individuare immediatamente.
Non sei più in balia di promesse vuote o tecnicismi incomprensibili. Prenditi tutto il tempo necessario per questa scelta. Incontra almeno 3-4 professionisti diversi, fai tutte le domande che ti vengono in mente, verifica le referenze e leggi i contratti con attenzione. Non accontentarti del primo che capita o del più economico. La tua strategia SEO merita un partner all’altezza che ti porti risultati misurabili, non scuse e giustificazioni.