Cosa sono i backlink e perché sono così importanti

L’importanza di avere link esterni che rimandano al tuo sito

Ciao, sono Matteo SEO e mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, insomma, sono un consulente SEO a Vicenza e Padova, ed in questo nuovo articolo andremmo a parlare dell’importanza dei link esterni, ovvero i backlink.

Una delle pratiche SEO più discusse è proprio la link building, attività che divide i puristi della SEO da quelli più smaliziati, anche perché se non si seguono le direttive di Google si rischia una penalizzazione.

Purtroppo però, volenti o nolenti, la pratica della link building è ancora ad oggi un pilastro della SEO, che io immagino sempre come una sedia che poggia su quattro gambe.
Già, perché la SEO poggia su 4 pilastri, se ne manca uno la sedia traballa.

I 4 pilastri della SEO sono:

  • Struttura (navigazione, menu, ecc.)
  • Contenuti (testi, immagini, video)
  • Performance (velocità di caricamento)
  • Authority (leggasi link building)

In questo articolo tratteremo l’ultimo punto, vediamo ora meglio di cosa si tratta.

Se invece non hai voglia di leggere, in questo video spiego brevemente cos’è la link building, come viene trasferita autorità con i link, l’importaza delle anchor text e perché anche per fare link building è utile e necessario scrivere guest post con contenuti di qualità:

Cos’è la link building?

In maniera sintetica potremmo dire che la link building è la costruzione (building) di una rete di link che collegano altri siti al nostro.
In poche parole ogni volta che un sito cita il vostro con tanto di link di collegamento, ecco che si viene a creare un nuovo nodo nella rete.


Parlo di rete perché internet è come una ragnatela, è fondata da collegamenti tra un nodo ed un altro, tra siti di varia natura, ed è proprio seguendo questi nodi ogni giorno che Google scopre nuovi siti e valuta il suo PageRank.

Infatti se contenuti, UX e performance sono importantissimi, la qualità e quantità dei link sono ancora oggi i parametri principe che Google usa nel suo algoritmo per decidere l’authority di una pagina web, esattamente come funzionava il pagerank tanti anni fa.
Google ha infatti molte volte tentato di sviare l’attenzione dai link con i suoi vari annunci ed update, ma la pratica ha sempre dimostrato che una buona campagna di link building funziona bene ancora oggi.

campagna-link-building-matteodv-SEO
campagna link building e posizionamento SEO

In pratica Google ha affinato il suo algoritmo, ha combattuto contro la pratica dello spam, ha declassato i link provenienti da siti aggregatori o portali di bassa qualità, ma non ha mai detto che i link non sono importanti, semplicemente vuole solo che siano link “buoni”.
Poi, che siano naturali o meno, questa è un altra storia.

Negli ultimi anni Google ha anche inserito il concetto di E.A.T, cioè di Expertise, Authority, Trustworthiness (Competenza, Autorità, Affidabilità), dove l’autorità è ancora calcolata attraverso i link in ingresso.

Ovviamente, non mi stancherò mai di ripeterlo, bisogna che prima il sito web oggetto di campagna abbia tutti gli altri requisiti SEO a posto.

La link building amplifica il messaggio, ma se il messaggio fa schifo?

Link building naturale o gratuita, è possibile?

Premesso che ho già scritto un breve articolo su come fare link building gratis, ma in questo caso vi parlerò di quella pratica chiamata link earning, cioè come ottenere backlink link attraverso la scrittura di contenuti di qualità.

Se tratto un argomento in maniera esaustiva, scrivo molti articoli che trattano varie sfaccettature di tale argomento, andando così a creare una sorta di guida utile agli utenti, potrebbe anche succedere che prima o poi qualche altro sito, magari anche di alta qualità ed autorità, ci usi come approfondimento utile per i propri utenti mettendo un link alla fonte, cioè la nostra pagina/articolo.

Insomma, è come andare a pesca, bisogna avere pazienza, prima o poi un pesce abbocca (in senso buono, si scherza dai!)

link-earnig

In questo modo Google quando troverà questo link e lo seguirà (follow), lo valuterà come una raccomandazione, cioè come un consiglio agli utenti. In pratica il ragionamento che fa Google è: “se altri siti per l’argomento tale consigliano il sito di pippo, perché non dovrei consigliarlo anche io?“.

È più semplice ora?
Bene, ora possiamo passare ad un altro aspetto dei link, cioè i loro attributi (ma che avete capito?)

Backlink follow o nofollow?

I link in uscita verso un altro sito web, ma anche verso pagine interne del nostro sito, possono avere attributi diversi per segnalare a google il tipo di link.

Infatti gli attributi dei link possono essere:

  • Nofollow: indichi a google di non seguire questo link. Utile ad esempio per dire a google di non seguire pagine interne di scarsa rilevanza o per non disperdere l’attenzione del crawler su troppi link esterni.
  • Sponsored: pubblicità o posizionamenti a pagamento.
  • Ugc: da usare nei link inseriti in commenti dei forum/blog.

L’attributo follow? NON ESISTE!

Semplicemente, per indicare a Google di seguire un determinato link, basta non mettere nessuno dei tre attributi precedenti.

Tra le varie tipologie di link, quella a fare veramente la differenza in termini di posizionamente è ovviamente il link “follow”, ma avere una certa quantità di nofollow è comunque utile per avere quello che si dice un profilo link naturale.

Per saperne di più c’è la guida ufficiale di Google. Segui questo link nofollow!

L’importanza dell’anchor text

Cos’è l’anchor text? È il testo su cui l’utente clicca per seguire il link suggerito.

Usare un anchor text ottimizzata SEO può fare a volte la differenza, perché indirizza meglio l’argomento trattato in pagina, però bisogna anche stare attenti a far si che questo testo di ancoraggio sia il più naturale possibile e che si integri perfettamente nel contesto.

Ad esempio, se vogliamo linkare la pagina di un mobilificio di Pavia all’interno di un articolo che parla di tipologie di legno, è inutile che usiamo la forzatura “tra i vari tipi di legname, come suggeritoci anche dal mobilificio Pavia, ecc. ecc.”, ma sarà molto più naturale scrivere “esistono molti tipi di legno per la costruzione di mobili, come ci insegna anche il mobilificio di Pavia che ci ha aiutati a redarre questo articolo“.

In questo caso potremmo usare in maniera molto naturale sia la keyword “costruzuione di mobili” che “mobilificio Pavia”, in quanto Google con il nuovo algoritmo va a laggere (e quindi considerare) anche le parole a destra e sinistra dell’anchor text, proprio per contestualizzare meglio l’argomento trattato.

Abbiamo quindi visto come usare un’anchor text con keyword, ma esistono più modi per linkare una pagina, vediamoli meglio:

  • Anchor text naturale: quando vedete “clicca qui“, “leggi questo articolo“, “scopri di più“, sono tutti link naturali, anzi naturalissimi, dal momento che quasi nessuno tra chi fa link building ne fa uso, probabilmente sbagliando di grosso.
  • Anchor text su chiave secca: L’ancora è la keyword principale su cui si vuole posizionare la pagina.
    Nel caso del mobilificio sarà appunto “mobilificio Pavia”, ma come vedete è troppo finta per poter essere usata bene. Da usare con parsimonia.
  • Anchor text su chiave a coda lunga: quando l’ancora è una keyword a coda lunga, come ad esempio “mobili su misura a Pavia”. Molto più facile da usare e utile se correlata alla keyword principale.
  • Anchor text sul brand: Quando si usa direttamente il brand o il nome del sito web (matteodv) per linkare un sito web. Utile per accrescere l’autorità di brand.
  • Anchor text su URL nuda: Si usa con l’indirizzo (URL) completo del sito web, anche qui utile alla crescita del marchio.

In questi ultimi due casi, se l’anchor text viene inserito nel contesto giusto, cioè un articolo che tratta un determinato argomento, è utile anche a posizionare meglio le keyword trattate nell’articolo stesso.

Anchor-text-SEO

per dare una giusta varietà e non incorrere in pratiche scorrette agli occhi del signor Google.
L’importante è sempre scrivere in modo il più naturale possibile, per avere anchor text naturali ed inserire più link possibili.

Un consiglio? Usate ancore miste, alternando un po’ a chiavi secche o a coda lunga e un po’no, magari servendovi anche del vecchio e amato “clicca qui” e magari con qualche attributo nofollow. Allora si che il vostro profilo link sarà davvero naturale.

Link building, tutto così semplice?

OK, tutto molto bello, cosa sono i link, la link earning, gli attributi e le anchor text.
Tutti argomenti utili, ma come ottenere backlink da siti web disposti pubblicare un mio articolo?
Perché, diciamola tutta, ad aspettare un link naturale potrei anche diventare trisnonno.

Non è così semplice, è vero, e Google dice chiaramente che i link a pagamento sono il male:

“Possono influire negativamente sul posizionamento di un sito nei risultati di ricerca:
L’acquisto o la vendita di link per aumentare il PageRank.
Ciò include lo scambio di denaro in relazione a link o post che contengono link, lo scambio di beni o servizi in relazione a link o l’invio a qualcuno di un prodotto “gratuito” in cambio di una recensione positiva e dell’inclusione di un link.”

Google

Inoltre Google ha da poco rilasciato un core update 2021 per contrastare proprio il fenomeno dei link spam, cioè quel tipo di link che possono risultare innaturali e/o a oagamento.

Google vorrebbe che che i link acquistati avessero l’attributo “sponsored“, ma questo significa anche che chi fino ad oggi ha campato vendendo link, da un giorno all’altro dovrebbe cambiare ed in qualche modo autodenunciarsi. Non lo farà mai nessuno.

Senza contare poi che esistono servizi come pagine gialle ed altri ancora che vendono alla luce del sole link a pagamento, perché sappiamo tutti benissimo che le schede aziendali a quello servono.

È anche vero che se voglio far pubblicare su altri siti web articoli tematici, fatti bene, scritti con l’ottica di informare e di dare qualcosa di utile agli utenti per pubblicizzarmi, è anche vero che questa pubblicazione andrà pagata.

Ecco quindi che la sottile differenza non sta solo nel dove si pubblica ma anche “cosa”.
Un contenuto di qualità, inerente ad un argomento specifico, che spiega bene un problema dandone soluzioni appropriate, non sarà mai penalizzato, ma se scrivete e fate pubblicare su siti assurdi articoli scritti con i piedi, allora è giusto che Google vi penalizzi, perché ve lo meritate.

Esiste una sorta di mercato delle pulci per i link, basta solo cercare sui gruppi facebook, istagram, sui forum SEO, anche su Google stesso, la difficoltà non è trovarli, ma capire se i siti proposti sono validi, se sono “roba buona”, perché nel caso contrario il rischio di penalizzazione è alto.

link-building-gruppi-facebook
Esempio di proposta su gruppo facebook di sito web per pubblicare guest post

Come scegliere un sito web per pubblicare un guest post?

Vorreste sapere come scegliere un sito web per la link building?
I parametri sono molti e non è facile entrare nell’ottica giusta se non masticate molto bene la SEO, comunque in linea di massima potremmo dire che un sito potrebbe fare al caso vostro quando:

  • Tratta un argomento inerente al vostro o ha una categoria dedicata.
  • Ha una buona authority, cioè possiede a sua volta un ottimo profilo link.

Esistono poi persone che per verificare la bontà di un sito web a scopo di link building usano la ormai famosa ZA, ossia la Zoom Authority di Seozoom. Non è completamente errato, ma neanche corretto, perché non è detto che un sito che fa traffico grazie a keyword posizionate (su cui si basa la ZA) sia idoneo alla link building.
La ZA è un parametro, ma viene dopo di molte altre considerazioni.

Ripeto, le cose da verificare sono molte, per cui vi consiglio di rivolgervi a chi la SEO la segue per mestiere, che ha esperienza nel settore e sa come muoversi e di chi fidarsi, perché la fuori è pieno di squali.
Insomma, per attivare una campagna di link building affidatevi… a me!

In ogni caso, per fare link building e volete ricorrere a quella che si dice “outreach” o “guest blogging“, seguite questi consigli (che danno tutti…)

Outreach: cos’è?

Fare outreach per la link building significa di fatto andare alla ricerca di siti web tematici (o con categorie a tema) che siano di qualità e che possano ospitare un nostro articolo con un link in uscita verso il nostro sito web.

Come si fa?
Una volta scelto un sito “ospitante” si contatta il webmaster o chi ne segue le attività di marketing, di solito nei contatti dovreste trovare dei riferimenti, e gli si chiede con garbo se interessati ad ospitare un nostro articolo (guest post) in quanto trattiamo temi assimilabili o complementari.
Ad esempio, tornando al caso del mobilificio, si potrebbe provare a contattare siti web che trattino temi come design e arredamento.

Nel vostro guest post potete proporre infografiche, video, recensioni, oppure trattari argomenti di nicchia ed originali, ed al contempo gli articoli dovranno essere scritti bene, essere completi ed esaustivi, sempre per il discorso che un contenuto dovrebbe sempre rispettare uno standard minimo di qualità per non riempire il web di spazzatura.

In sintesi, scrivere guest post significa scrivere articoli di approfondimento da poter pubblicare su sito web che siano in linea con la tematica trattata dal vostro sito.

Link building: errori da evitare

Se ancora volete far da soli, vi lascio qualche altro consiglio, cioè come NON fare link building.

  • Lasciate perdere i software di link building automation, porteranno al vostro sito solo spazzatura.
  • Non fidatevi delle agenzie che vi propongono la loro PBN (private delivery network), perché di solito hanno moltissimi siti con lo stesso ip (grave errore)
  • Non valutate siti “un tanto al chilo”, cioè quando vi propongono 1000 link a 50€ per intendersi.
  • Non scrivete articoletti striminziti che non dicono niente di nuovo, cercate di dare qualità ai vostri guest post.
    Ponetevi sempre la domanda: ma io pubblicherei questo articolo nel mio sito?

Spero che questo articolo vi sia in qualche modo utile, in ogni caso se avete bisogno di una consulenza SEO a Vicenza o Padova non esitate a contattarmi!