Come scoprire le query di ricerca di ChatGPT

Articolo aggiornato il: 30 Settembre 2025

La nuova frontiera dell’ottimizzazione per i motori di ricerca conversazionali

È ormai assodato che le persone cercano informazioni ANCHE tramite AI e ChatGpt è il modello di LLM più usato per il semplice fatto che è arrivato per primo (un incipit difficilmente dimenticabile).

Con l’introduzione di GPT-5, ChatGPT ha modificato profondamente il suo approccio alla ricerca e alla presentazione dei risultati, nascondendo le query effettive utilizzate per recuperare le informazioni.
Questa trasformazione può essere per i professionisti SEO una bella opportunità per ottimizzare i siti web per essere inclusi nelle risposte generate dall’AI.

Basta solo saper scavare…

Infatti, riuscire a scovare quali termini di ricerca vengono effettivamente utilizzati da ChatGPT quando elabora una richiesta specifica permette di sviluppare strategie di contenuto mirate e allineate con le esigenze informative degli assistenti conversazionali.

Cosa è cambiato con GPT-5

Il rilascio di GPT-5 ha introdotto modifiche sostanziali nel modo in cui l’intelligenza artificiale gestisce le ricerche esterne. Molti strumenti di analisi che in precedenza permettevano di identificare le query utilizzate da ChatGPT hanno smesso di funzionare correttamente. La ragione è semplice ma significativa: le informazioni sulle ricerche non vengono più presentate nello stesso formato accessibile di prima.

La scoperta di David Konitzny (leggi qui il suo post su Linkedin) ha rivelato che le query sono ora archiviate nell’array metadata.search_model_queries, una sezione specifica dei metadati della conversazione.

Questo cambiamento tecnico richiede un approccio diverso per accedere alle informazioni, ma fortunatamente esiste il tanto amato (dai SEO specialist) DevTools per recuperarle.

Procedura dettagliata per identificare le query

La tecnica per visualizzare le ricerche effettuate da ChatGPT richiede l’utilizzo degli strumenti di sviluppo integrati nei browser, in particolare appunto Devtools di Chrome. Il processo si articola in passaggi precisi che permettono di accedere ai dati tecnici della conversazione.

Per iniziare, è necessario aprire ChatGPT e formulare una domanda che attivi la funzionalità di ricerca. Quando l’assistente AI necessita di informazioni aggiornate o specifiche, avvia automaticamente una ricerca sul web. È importante attendere che questa operazione si completi prima di procedere con l’analisi.

Una volta completata la ricerca, l’URL della chat contiene un codice alfanumerico univoco subito dopo la directory /c/.

codice-conversazione-chatgpt


Questa sequenza identifica la conversazione specifica e sarà necessaria per filtrare i dati nelle fasi successive. Copiare questo codice è il primo passo tecnico fondamentale.

Utilizzo degli strumenti di sviluppo

Accedere agli strumenti DevTools richiede semplicemente un click destro sulla pagina e la selezione dell’opzione “Ispeziona”. Questi strumenti offrono una finestra dettagliata su tutti i processi tecnici che avvengono durante l’interazione con un sito web, comprese tutte quelle strane cose tecniche nascoste al normale utente.

Quindi: tasto destro del mouse –> ispeziona.

Poi:All’interno del pannello degli strumenti di sviluppo, la scheda Network (o rete) registra tutte le richieste di rete effettuate dalla pagina.

Se lo fate, però, la prima volta è probabile che NON TROVIATE NULLA o troviate dati della precedente sessione.
Ricaricando la pagina (F5) con questa scheda aperta, è possibile però visualizzare l’elenco completo delle comunicazioni tra il browser e i server di ChatGPT.

Il campo di filtro permette di inserire la sequenza alfanumerica copiata in precedenza, (tipo quel 68dba6f6-ec68-8333-9ccc-947861c5639a di prima) riducendo significativamente il numero di file da esaminare.

Tra i risultati filtrati apparirà un file JSON contenente i dati della conversazione.

Json-Devtools-ChatGpt-filtro

Cliccando su questo file e selezionando la tab “Risposta”, si accede al contenuto completo dei metadati associati alla chat. È qui che si nascondono le informazioni preziose sulle query di ricerca.

Interpretazione dei risultati del query fan-out di ChatGpt

Utilizzate la funzione di ricerca all’interno della risposta JSON: restando all’nterno della TAB “Risposta” digitate CTRL+F (cerca).

Nel box di ricerca (in basso) digitate “search_model_queries” e troverete rapidamente la sezione contenente le query effettive.

Questo array mostra esattamente quali termini di ricerca ChatGPT ha utilizzato per recuperare le informazioni necessarie a rispondere alla domanda dell’utente, in questo caso “come funziona la dieta chetogenica?”

Queries-Fan-Out-ChatGPT

Generalmente, l’AI effettua tra 1 e 3 ricerche distinte per ogni prompt che richiede informazioni aggiornate, ma come si vede enll’esempio possono essere anche di più.
Queste query sono formulate in modo ottimale per recuperare contenuti pertinenti e rappresentano una finestra diretta su come l’intelligenza artificiale interpreta e scompone le richieste degli utenti.

Altra cosa da notare: le ricerche sono in lingua inglese anche se l’input iniziale è in italiano.

Da quali fonti attinge ChatGPT per rispondere a una determinata query

Con lo stesso metodo, oltre a capire quali query usa ChatGpt-5 per approfondire la richiesta spezzandola nel query fan-out, possiamo anche andare a salvarci TUTTE LE FONTI usate per dare la risposta.

Se in fondo alla stessa tab “Risposte” cercate “safe_urls” e andate in fondo, alla fine troverete l’elenco di tutte le URL usate da ChatGpt per darvi la risposta.

Ecco ad esempio le URL che sfrutta come fonte chatgpt alla domanda “Chi è il più famoso degli eroi nei cartoni anni 80?” (la risposta è ovvia, ma “lui” non la sa. Suvvia, è Megaloman !!!)

fonti-chatgpt

Applicazioni per la strategia SEO

Bello, direte voi, ma a cosa serve tutto questo?

Conoscere le query e le fonti utilizzate da ChatGPT offre vantaggi competitivi significativi nella pianificazione dei contenuti. Analizzare questi termini di ricerca permette di comprendere quali aspetti di un argomento l’AI considera rilevanti e quali fonti tende a privilegiare.

Chi sa scrivere per il web può ulteriormente migliorare e utilizzare queste informazioni per sviluppare articoli e risorse che rispondano precisamente alle domande formulate dall’intelligenza artificiale. Questo approccio aumenta notevolmente le probabilità che i propri contenuti vengano selezionati e citati nelle risposte generate dalle AI.

La copertura semantica diventa ancora più importante in questo contesto, infatti creare contenuti che anticipino le possibili variazioni di una domanda e che coprano diversi aspetti di un argomento permette di intercettare più query correlate.

L’AI tende a cercare informazioni complete e affidabili, premiando i siti che offrono approfondimenti esaustivi. Ovviamente, regola ormai essenziale nel web e nella SEO, se non sei nessuno (leggasi “sito autorevole”) neanche l’AI ti caca!

Nel caso decidiate di contattarmi perché volete apparire in Ai Overview, sappiate che un servizio di link building dedicato potrebbe fare molto bene all’autority del vostro sito web. A patto che venga fatta bene.