Aumentare il traffico di un sito web con i contenuti

Volete generare traffico sul vostro sito internet? Seguite questa guida!

Avete creato o rinnovato il sito web aziendale ma ancora non arrivano risultati? La prima cosa da fare è portare traffico profilato al sito, cioè utenti interessati a quello che proponete, attraverso articoli di utilità e che vi possano differenziare o semplicemente “mettervi in vetrina”.

Io dico sempre che sul web è inutile esserci se non vi vede nessuno, per cui seguite questi consigli per iniziare a farvi notare.

Content Marketing: contenuti utili

Il content marketing, come dice il nome stesso è una tecnica di marketing che sfrutta la condivisione sul sito aziendale e sui social più in voga di contenuti testuali e visivi utili ad attirare potenziali clienti.

In poche parole si cerca di aumentare il traffico organico verso un sito attraverso la pubblicazione costante di contenuti.

Questi contenuti possono essere di vario genere, da articoli del blog a post leggeri su facebook, oppure veri e propri portfolio su Instagram, o ancora infografiche utili, video, guide in pdf scaricabili.

In pratica si cerca di “regalare” qualcosa di utile all’utente cercando anche di convincerlo della bontà del nostro prodotto e/o servizio.

Nel caso del blog del vostro sito web, scrivere contenuti utili significa rispondere ad esigenze reali, cioè le domande che gli utenti pongono sui motori di ricerca.

Potrebbe sembrare ovvio o addirittura banale questo consiglio, ma vi assicuro che vi sono molti blog aziendali dove gli articoli prodotti non hanno nessuna keyword research alla base o addirittura sono solo articoli autoreferenziali, cioè che descrivono sempre e solo eventi, manifestazioni e prodotti dell’azienda.

Ora, siamo sinceri, chi c…o volete che legga quegli articoli?
Come pensate di aumentare il traffico di un sito web solo con articoli autoreferenziali?

Prima accennavo alla keyword research, aspetto fondamentale per la stesura di un buon piano editoriale e di articoli che si possano posizionare in serp e attirare traffico sul sito.
Se non sai come approcciarla, leggi il mio articolo dedicato a come fare keyword research.

I motori di ricerca sono in realtà “motori di risposta”, cioè rispondono alle domande degli utenti, come ad esempio “come scrivere sul web” (e troverete anche un mio articolo, provare per credere…)

query-Google-motore-di-risposte

Per scrivere risposte utili bisogna però conoscere prima le domande, e questo implica appunto uno studio delle keyword e del traffico potenziale (volumi di ricerca) che possono portare.

In ogni caso, un primo approccio positivo per scrivere articoli che possano essere ricercati è quello di rivolgersi direttamente a Google cercando qualcosa di inerente al vostro prodotto e che secondo voi un utente potrebbe ricercare.

Da lì potete prendere spunto dalle “Ricerche correlate” in fondo alla SERP ed anche dalla sezione “Le persone hanno chiesto anche“.

Facciamo un esempio pratico: Avete una lavanderia o una catena di lavanderie, e con il vostro blog volete attirare utenti per far conoscere le vostre lavanderie di zona e spiegare i vostri servizi.
Mettiamo che un utente possa cercare su googlecome lavare un tappeto

Ecco che la SERP vi restituirà qualche suggerimento da cui partire:

Google-suggest-01
Altre domande simili che gli utenti scrivono su Google
Google-suggest-02
Keyword correlate suggerite da Google

Capirete però che se questa può essere una buona base per partire, prima o poi una keyword research ben fatta la dovrete per forza di cose fare, altrimenti la vedo dura aumentare il traffico al sito.

Una volta scelte le vostre “domande”, cioè la vostra keyword a coda lunga, potete affrontare il prossimo passo: scrivere un buon contenuto.

Te lo ripeto, se non sai da dove partire per scrivere un buon articolo, leggi il mio, dedicato all’argomento: come scrivere sul web.

Scrivere contenuti evergreen

I contenuti evergreen, se ben scritti e posizionati per alcune keyword, sono quegli articoli che ti porteranno sempre del traffico verso il tuo sito web perché sono contenuti senza scadenza, che avranno cioè sempre rilevanza.

Un esempio? Un articolo sulla “corretta postura quando si è al pc” è un articolo evergreen, perché ci saranno sempre ricerche per quell’argomento, mentre un articolo sull'”ultimo modello di auto elettrica” non lo è, perché evidentemente prima o poi ne usciranno altre, e fra qualche anno sarà pure obsoleta.

Un articolo evergreen potrà quindi apportare un valore costante al vostro blog, far aumentare l’authority del sito nel tempo e magari anche attirare prima o poi qualche link gratuito, per cui sono una garanzia nel tempo per far aumentare traffico al sito web.

Un contenuto evergreen deve essere però pensato per essere rilevante, deve trattare l’argomento in modo esaustivo, e molto spesso a far parte di questi contenuti sono articoli di 2 categorie:

  • Articoli “come fare…”, i cosidetti how to, cioè guide, tutorial, metodi, ricette, ecc.
  • Articoli lista, come ad esempio “3 metodi per lavare il gatto”

Esistono poi nicchie che già di suo sono evergreen, come ad esempio alcuni argomenti a tema psicologia, salute, benessere, ecc.

Anche nel caso dei contenuti evergreen è il caso di affrontare la questione facendo una keyword research preventiva e magari verificare su Google trends se in effetti quell’argomento è ricercato con costanza.
Quindi, pubblicare contenuti evergreen potrebbe essere una buona risposta alla domanda “come aumentare le visite di un blog“.

Google-trends-contenuti-evergreen
google trends

Articoli evergreen: alcuni consigli

Tra i consigli che posso darvi nel porre attenzione quando scrivete un articolo sempreverde uno è quello di evitare assolutamente di inserire dei riferimenti temporali come ad esempio “negli ultimi 6 mesi” perché in tal modo localizza il testo in un periodo preciso.

Inoltre, un riferimento temporale può far si che il contenuto non diventi pià attuale e veritiero, per cui Google potrebbe ometterlo dai risultati.

Ad esempio, se scrivete “…quando 12 mesi fa è iniziata la pandemia…”, nel 2022 questo articolo non avrà valore, mentre basterebbe scrivere “…quando nel febbraio 2020 è iniziata la pandemia…”, ecco che avete reso l’articolo atemporale, e non perde la sua attualità.

Un altro consiglio è quello di aggiornare di tanto in tanto i contenuti, in quanto già dal 2011 esiste quello che viene chiamato Google Freshness, ovvero nell’algoritmo di Google vi è una parte dedicata a cercare di rispondere alle query degli utenti con contenuti il più aggiornati possibili.

Per far si che il tuo articolo evergreen mantenga le posizioni in ranking, di tanto in tanto dovresti aggiornarlo inserendo qualche nuovo paragrafo o semplicemente aggiornando i testi esistenti, verifica se i tuoi competitor hanno modificato qualcosa e …copia per Bacco!

Cioè, non copiare nel vero senso della parola, ma sfrutta il concetto di “ready made” che Duchamp ci ha lasciato con il Dadaismo.

Insomma, nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, per cui leggi, informati, accumula informazioni, falle tue e scrivi un tuo articolo o, in questo caso un nuovo paragrafo per il tuo articolo evergreeen.

Articoli: la lunghezza conta

Cioè come far conoscere il proprio sito attraverso la creazione di pillar page, guide ed articoli informativi approfonditi.
Una domanda che a volte mi sento fare o che trovo online è “quanto deve essere lungo un articolo?“, e la risposta è la tipica risposta da SEO, cioè “dipende!”

Non esiste una lunghezza standard, dipende sempre dall’argomento trattato e dall’utenza a cui ti rivolgi.
Se fai un articolo su “come fare la marmellata perfetta“, una volta concluso il procedimento non è che puoi dilungarti più di tanto, altrimenti invece di raggiungere lo scopo di dare una risposta all’utente, diventi prolisso e lo annoi. Sto diventando prolisso? Ah! allora arrivo al sodo!!!

Tendenzialmente i contenuti lunghi sono più facilmente posizionabili rispetto a quelli più brevi, perché evidentemente danno più risposte sull’argomento.

Uno dei motivi per scrivere contenuti lunghi (poi vi dico quanto) ve lo dà direttamente Google con uno dei suoi aggiornamenti dell’algoritmo, esattamente con il Panda update di mooolti anni fa (2001), dove penalizzava i contenuti non originali.

E che centra dite voi? Centra, centra dico io, perché se un contenuto è troppo breve è facile che qualcosa di simile esisti già, non è che voi siete i custodi della sapienza.

Se un articolo breve esprime gli stessi concetti di un articolo già online, ma più lungo ed esaustivo, allora probabilmente quello breve potrebbe non essere tanto considerato da Google.

Ovviamente questa regola non è sempre valida, perché dipende dalla query, dal target, dal tipo di argomento trattato.
Se ad esempio la domanda dell’utente è “quanto è alto un frigo da incasso“, cioè una domanda secca che richiede una risposta altrettanto secca e precisa, la risposta sarà breve e concisa, ma al tempo stesso probabilmente ve la darà lo stesso Google estrapolandola a sua volta da una pagina web. Ecco l’esempio:

query-secche-risposte-brevi

Secondo alcune statistiche che non vi sto a mostrare (cercatele su backlinko, hubspot, il blog di ahrefs o su google direttamente), gli articoli che meglio si posizionano hanno almeno 2000 parole, e questo per più motivi:

  • Gli articoli più lunghi esauriscono meglio semanticamente l’argomento.
  • Se ben strutturati, separati da paragrafi e con un indice, possono posizionare anche singoli paragrafi.
  • Un articolo lungo ed esaustivo, può diventare anche un riferimento per altri, per cui potrebbe attirare backlink naturali.
  • Un articolo esaustivo sarà più facilmente condiviso sui social.
  • Possono posizionarsi per molte keyword correlate.
  • Sono adatti per costruire una rete di link interni.
  • Ultimo ma forse il più importante: si posizionano meglio si Google.

Bene, tutti a scrivere contenuti lunghissimi allora!
No, andateci piano, perché non conta solo la lunghezza, ci deve essere anche la qualità.

Lunghezza degli articoli: la qualità è fondamentale

Abbiamo visto che un articolo di 1500-2000 parole si posiziona meglio di uno da 500 parole, ma questo solo se effettivamente riesce a dare molte più informazioni, altrimenti si rischia di raggiungere il risultato opposto: fuffa.

Bisogna sempre fare una “analisi del mercato” per l’argomento di cui ti interessa scrivere, perché se quelle keyword hanno come risposta sulla serp di Google tutti articoli da 500-600 parole, significa che quella è la lunghezza giusta per scrivere una risposta che sia veramente completa.

Non contano solo le parole, ma anche la loro formattazione, le immagini a corredo dell’articolo, il “tono di voce”, insomma, tutto quello che un articolo ha bisogno per essere scritto in ottica SEO.

Aumentare il traffico di un sito web: conclusioni

Un articolo pensato in ottica SEO per cercare di portare più traffico al sito web non deve per forza di cose essere lungo 2000 parole, dipende sempre dall’argomento trattato.

Esistono online decine di milioni di articoli, posizionati anche in prima pagina, con una lunghezza media ben inferiore alle 1000 parole, per cui si può benissimo scrivere bene senza scrivere troppo.

L’obiettivo di un articolo deve sempre essere quello di cercare di essere esauriente, di trattare il tema a fondo cercando di non lasciare dubbi o domande irrisolte. Se segui questa semplice regola (e fai keyword research) vedrai che nel tempo i risultati arriveranno ed inizieranno ad aumentare le visualizzazioni del sito web.

La regola fondamentale per aumentare il traffico di un sito è quindi una sola: dai valore.