Google annuncia Bard!

Google Bard: la sfida a ChatGPT è ufficialmente lanciata.

Google ha annunciato ieri il lancio della versione beta di Bard, una tecnologia innovativa basata su Large Language Model (LLM), con accesso a 1.560 miliardi di parole. Nonostante il passo falso del 9 febbraio, che ha causato una perdita di 100 miliardi di dollari in Borsa, la società ha deciso di rendere pubblico il servizio in Gran Bretagna e Stati Uniti, con un progressivo allargamento ad altri Paesi, tra cui ovviamente ci sarà l’Italia (ci tocca aspettare).

Google mette le mani avanti indicando che Bard non è un prodotto a sé stante, ma un complemento alla ricerca che ha ancora margini di miglioramento, e l’accesso anticipato ad una fascia di utenti permetterà di ricevere preziosi feedback per continuare a perfezionarlo.

Cos’è Bard?

Bard è un sistema basato su LaMDA, un modello di linguaggio di ampio spettro (LLM, Large Language Model) introdotto da Google due anni fa con l’intento di approfondire la comprensione del contesto in una conversazione.

In altre parole, secondo Google, non è uno strumento per fare ricerche ma è complementare ad esse, anche se al momento non è ancora parte integrante di Google Search. Bard viene infatti descritto come un metodo per generare automaticamente idee connesse alle ricerche effettuate.

Bard per ora utilizza una versione semplificata di LaMDA e verrà gradualmente rimpiazzato da modelli più sofisticati per ridurre gli errori, a volte evidenti, che attualmente compaiono nelle risposte. Google, come OpenAI, sottolinea che il sistema potrebbe presentare imperfezioni generando risposte errate o addirittura inventate.

Bard è quindi un elemento aggiuntivo alla ricerca, come afferma Google, e viene progettato in modo tale che sia facile passare dalla risposta fornita dal sistema ai risultati di Google Search, per approfondire e consultare le fonti disponibili sul web.

Per ottenere risposte più esaustive è possibile generare dei prompt per le AI generative più complessi ed efficaci, con più istruzioni all’interno per gestire meglio l’output finale.

Problematiche legate all’Intelligenza Artificiale Generativa

L’aspetto forse più curioso dell’annuncio di Google è che loro stessi parlano dei chatbot in maniera quasi negativa, evidenziando che siccome le AI imparano da molte fonti, anche non controllate, le quali possono contenere anche informazioni non totalmente corrette o semplicemente poco “politically correct”.
Insomma, diciamolo chiaramente, Google vuole pararsi il c..o.

Questo significa che alle nostre domande possiamo ricevere risposte sbagliate o parzialmente errate, se non addirittura totalmente false e inventate, e di esempi simili ne abbiamo visti molti con ChatGPT.
Sembra quindi che Google si concentri nel porre l’attenzione su cosa sia Bard e le altre AI generative, e su come usarle e migliorarle in modo responsabile.

Ecco un esempio banalissimo di come ChatGPT a volte inventi le risposte:

ChatGPT-errori

D’altronde Google non può permettersi di correre come sta facendo invece Microsoft per non incappare in errori grossolani che potrebbero fargli perdere una bella fetta di utenti. Ricordiamo infatti che se Microsoft ha il suo core business incentrato su prodotti e servizi (windows, office, ecc.), Google ha la sua bella fetta di fatturato che dipende dalle ADS sul motore di ricerca.

Bard, come anche ChatGPT, ha molti difetti ancora, tra cui:

  • Informazioni non aggiornate
  • A vole le risposte risultano inventate
  • L’elenco delle fonti non sempre è chiaro
  • Il linguaggio usato nelle risposte è a volte ancora un po’ “macchinoso”

ChatGPT dopo i primi quattro mesi in cui era totalmente gratuito ha messo a disposizione degli utenti una nuova versione a pagamento (venti dollari al mese) con GPT 4.0 al posto della versione 3.5 ancora gratuita. Inoltre, Microsoft ha iniziato già da un po’ ad integrare ChatGPT nel motore di ricerca Bing, arrivando ad annunciare anche l’integrazione di DALL-E (sempre di Openai) per generare immagini da descrizioni testuali.

Bing-image-creator
Bing con DALL-E integrato per generare immagini da testo

In conclusione, l’intelligenza Artificiale Generativa si porta dietro dei problemi anche di natura etica, perché i contenuti scritti tramite AI hanno per forza di cose la necessità di controllare le informazioni ottenute per non sommergere il web con risposte totalmente errate che potrebbero confondere gli utenti.

Pensate ad esempio a quanti blog di natura “medica” (tra virgolette appositamentem perché di medico hanno gran poco) esistono, che magari vivono grazie alla pubblicità. Quanti scrupoli si fanno molti secondo voi a pubblicare articoli generati da AI senza manco controllarli? Che conseguenze potrebbero nascere?

Bard e Claude vs ChatGPT

Google sta cercando di ampliare la sua offerta per contrastare Bing e ChatGPT integrando tra loro due AI come come Bard e Claude, per offrire soluzioni ancora più avanzate ai propri clienti.
Qui di seguito una sintesi delle informazioni che si possono reperire al momento su questa operazione di Google con la AI generative:

  • Bard è stato creato per lavorare insieme a Claude, un assistente AI sviluppato dalla società Anthropic. Google ha speso circa 300 milioni di dollari per acquisire Anthropic nel 2021.
  • Claude è un assistente AI altamente avanzato che può aiutare in vari casi d’uso, tra cui la ricerca, la scrittura creativa e collaborativa, la scrittura di codice e altro ancora.
    Anthropic ci tiene a sottolineare la natura “buona” di Claude, il quale ha una minore probabilità di produrre risultati errati rispetto ad altri assistenti AI sul mercato.
  • Anthropic ha lanciato anche Claude Instant, un modello più economico, veloce e leggero. Claude Instant è accessibile tramite interfaccia chat e API nella console per sviluppatori di Anthropic e non ha la possibilità di accedere a Internet, poiché è progettato per essere autonomo.

    Al momento l’accesso a Claude è limitato ed è possibile richiedere un accesso da qui: https://www.anthropic.com/earlyaccess