Il nuovo algoritmo di google: HummingBird ingloba RankBrain
Negli ultimi giorni è uscita la notizia secondo cui Google sta utilizzando un sistema di intelligenza artificiale detto RankBrain, per elaborare i risultati di ricerca, la famosa SERP.
Quindi HummingBird, l’algoritmo usato da google per il posizionamento, dopo i vari Panda, Penguin, Mobile Friendly, e via dicendo, ingloba un nuovo pezzetto, RankBrain appunto.
Tutti questi ingranaggi del motore di Google sono importanti, ma ovviamente qualcuno lo è di più.
Secondo Bloomberg, RankBrain sarebbe addirittura il terzo fattore più importante ai fini del posizionamento:
“RankBrain è uno delle “centinaia” di segnali che entrano nell’algoritmo che determina quali risultati compaiano su una pagina di ricerca di Google e dove vengono posizionati.
Nei pochi mesi in cui è stato rilasciato, RankBrain è diventato il terzo segnale di ranking più importante per contribuire ai risultati di una query di ricerca.”
E i primi due? Google non ha ancora svelato i suoi segreti. Si suppone comunque che siano i backling di un certo “peso” e l’interpretazione semantica delle parole all’interno di una pagina web.
Ok ok, ma RankBrain cosa fa alla fine? Sembra che “interpreti” meglio le query di ricerca soprattutto dal punto di vista del loro significato. Le collega a risultati non propriamente stretti con le keyword di ricerca.
Le query di ricerca quindi vengono sempre meglio interpretate secondo il loro possibile significato, non solo letterale.
Se scrivo “Caffè a Venezia” probabilmente mi mostrerà in testa la mappa dei Bar, e non dove comprare caffè in polvere. Ecco, semplicisticamente, cosa significa “interpretare”.
All’inizio però abbiamo parlato di intelligenza artificiale.
Già, questo significa che RankBrain è in continuo auto-apprendimento, e lo fa analizzando contiunamente vagonate di query di ricerca tutti i giorni.
RankBrain impara dall’esperienza: può identificare correlazioni tra ricerche complesse apparentemente non collegate e capire che in realtà sono similari.