La SEO è morta? Ecco perché la risposta è ancora no!

La SEO ai tempi dell’intelligenza artificiale: crisi o rinascita?

Negli ultimi mesi si parla frequentemente della presunta fine della SEO (La SEO è morta! Aiutooo), alimentata dall’ascesa delle intelligenze artificiali generative come ChatGPT, Gemini e altre come ad esempio Qwen , l’AI cinese sviluppata da Alibaba.

Molti professionisti del settore manifestano preoccupazioni riguardo a una possibile perdita di rilevanza delle tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca, temendo che l’AI possa sostituire il tradizionale ruolo della SEO.

Approfondendo meglio il tema e analizzando le nuove dinamiche di mercato e comportamento degli utenti, risulta però evidente che la SEO non sta affatto scomparendo, anzi, si sta trasformando e rafforzando sotto nuove forme. Ne ho parlato anche in un post su Linkedin, ma ho voluto anche scrivere questo articolo per “futura memoria”.

Perché si parla di “crisi” della SEO?

Sono anni che si parla di SEO in crisi, che la SEO è morta, che fare SEO non serve più, e chi più ne ha più ne metta, ma in realtà la SEO non ha fatto altro che evolversi passo passo con Google e con le modalità sempre diverse di approccio al web degli utenti (vedi l’avvento del mobile).

Tutte crisi gridate al vento ma mai veramente accadute.

Il termine crisi spesso assume un’accezione negativa, ma se consideriamo l’etimologia della parola, che deriva dal greco krisis e significa “decisione” o “scelta”, emerge una sfumatura positiva.
Una crisi rappresenta infatti un momento di svolta, una scelta che può portare alla scoperta di nuove opportunità.

In questo contesto, la presunta crisi della SEO diventa uno stimolo alla crescita e all’innovazione:
Noi professionisti siamo spinti a produrre contenuti sempre più qualitativi, attendibili e pertinenti, capaci di rispondere in maniera precisa e approfondita alle richieste degli utenti.

Come lavorano le AI e perché confermano l’importanza (ancora una volta) della SEO

Osservando attentamente il funzionamento delle intelligenze artificiali più utilizzate oggi (ChatGPT, Gemini, ma anche outsider come Qwen), notiamo che, per rispondere alle domande degli utenti, si affidano a fonti autorevoli già ben posizionate sui motori di ricerca.

Ad esempio, per consigliare ristoranti, le AI consultano piattaforme come Google Maps, TripAdvisor e guide gastronomiche riconosciute, tutte realtà che beneficiano enormemente del buon posizionamento SEO.

Nel settore sanitario, le AI utilizzano fonti autorevoli come OMS, Ministero della Salute e ospedali universitari, siti web di settore con blog autorevoli come Doctorium, valorizzando ulteriormente l’importanza della qualità e dell’affidabilità delle informazioni prodotte tramite una corretta strategia SEO.

Anche per le query informative o tutorial, le fonti preferite sono siti web ben ottimizzati, blog specializzati e canali YouTube autorevoli.

Mentre le IA offrono risposte immediate, molti utenti cercano approfondimenti che vanno oltre la sintesi. Immaginate un utente che, dopo aver ricevuto una breve spiegazione sui sintomi della trombosi, voglia comprendere le opzioni terapeutiche o le ricerche cliniche più recenti.

Qui entrano in gioco siti specializzati, pubblicazioni scientifiche e guide dettagliate, tutti ottimizzati per essere trovati facilmente.

Allo stesso modo, un utente potrebbe utilizzare una recensione su Google Maps come punto di partenza, ma approfondire sul sito del ristorante per leggere il menu e capire se è il ristorante adatto per una romantica serata con la sua lei.

Il futuro della SEO: evoluzione e opportunità

Questa nuova realtà non segnala la fine della SEO, bensì la sua evoluzione

La sfida posta dall’intelligenza artificiale spinge il settore SEO verso una maggiore qualità, precisione e affidabilità.
Gli utenti, sebbene attratti dalla velocità delle risposte offerte dalle AI, continuano a cercare informazioni approfondite, verificando fonti e contenuti dettagliati attraverso i motori di ricerca tradizionali come Google o Bing.Ecco perché è importante continuare a investire nella SEO, sviluppando strategie innovative e ben integrate con le potenzialità delle nuove tecnologie.

Quello che appare oggi come una crisi è dunque una preziosa opportunità per ripensare il posizionamento online, migliorando ulteriormente la qualità dei contenuti offerti agli utenti. Il futuro della SEO appare così ricco di possibilità per chi saprà adattarsi e cogliere al meglio le nuove dinamiche introdotte dall’era dell’intelligenza artificiale.

L’unico problema, forse, è che i cosidetti “piccoli” soffriranno, soprattutto all’inizio, ma son convinto che alla lunga il boom delle AI troverà un giusto assestamento ed equilibrio che porterà come sempre un “colpo alla botte ed uno al cerchio”.